L’ipotesi della chiusura dell’Ospedale di Sesto San Giovanni, per ora rientrata dopo proteste e malcontenti, è arrivata in piena emergenza sanitaria e non solo provocherebbe molteplici difficoltà per tutte le città del Nord Milano, ma metterebbe anche oltremodo sotto stress l’Ospedale Bassini di Cinisello Balsamo già in prima linea per combattere l’esigenza COVID.

La motivazione di questa scelta sarebbe nata dall’esigenza di supportare l’Ospedale di Fiera Milano attraverso il trasferimento di un numero consistente di professionisti sanitari.

Ad oggi per fortuna questa sembra un’ipotesi allontanata grazie alla petizione organizzata dai cittadini e dalla contestazione dei lavoratori ospedalieri, diventa però importante indagare a fondo le decisione dietro questa scelta.

Sono molti anni che si parla della chiusura dell’ospedale di Sesto San Giovanni, ma attuare questa opzione in piena emergenza COVID-19, a nostro avviso, non è sicuramente un’opzione percorribile.

In questi anni la struttura ospedaliera si è saputa reinventare e rilanciare su più fronti: se da un lato il Punto Nascite diventato un centro di riferimento per tutto il Nord Milano, dall’altro l’attuazione di diversi progetti di accompagnamento psicologico di pazienti tumorali e l’impegno nella prevenzione e lotta del tumore al seno hanno ancor più trasformato questo centro in un punto di riferimento per molti cittadini in difficoltà.

Sono infine da sottolineare i diversi investimenti per la ristrutturazione dei reparti del punto nascita, della terapia intensiva e del pronto soccorso. Come si può chiaramente notare, in questi anni si è lavorato per trasformare l’Ospedale in una struttura al servizio del territorio senza la quale ad oggi si avrebbero molteplici difficoltà e disagi.

COSA COMPORTEREBBE L’EVENTUALE CHIUSURA DELL’OSPEDALE DI SESTO IN PIENA PANDEMIA?

L’ipotesi presentata negli scorsi giorni vedeva lo spostamento del Punto Nascite all’Ospedale Niguarda di Milano e il servizio di pronto soccorso all’Ospedale Bassini di Cinisello Balsamo.

Inutile sottolineare che questa operazione rischia di penalizzare l’efficacia dell’Ospedale Bassini, che si ritroverebbe a gestire non solo l’attuale emergenza sanitaria, ma anche un Pronto Soccorso con un numero di richieste raddoppiato vista con una maggior area territoriale di competenza.

PERCHÉ È STATA IPOTIZZATA QUESTA STRATEGIA?

Gli anestesisti e i rianimatori sarebbero dovuti andare in supporto al personale della struttura temporanea della Fiera, smantellata lo scorso agosto, in quanto in mancanza di personale.

Ad oggi, Domenica 1 Novembre, i dati ci indicano che Cinisello Balsamo (seconda dopo Milano), Sesto S.G. (quinta) e Paderno Dugnano (quarta) sono tra i primi 10 comuni della provincia di Milano per numero di contagi; non sarebbe dunque possibile privare un territorio con una esigenza così oggettiva di un importante nodo nevralgico quale l’Ospedale oggetto di queste controversie.

L’assessore Gallera ha ribadito che, quella ad oggi scartata, fosse una semplice ipotesi, sottolineando però allo stesso tempo come che sia naturale il supporto alla Fiera in accordo con gli ospedali più periferici.

MA SE LA SITUAZIONE PEGGIORASSE LA STRATEGIA CHE IN QUESTO MOMENTO È STATA SVENTATA GRAZIE ALLA PRESENZA DEL PUNTO NASCITE E ALLA GRANDE MOBILITAZIONE SUL TERRITORIO A DIFESA, VERRÀ MESSA IN PRATICA?

OPPURE CI SARÀ UN RINFORZO RICONOSCENDO SUL SERIO LA NECESSITÀ?

Vorremmo infine sottolineare all’Assessore regionale Gallera e al Sindaco di Cinisello Balsamo Giacomo Ghilardi questa situazione, evidenziando che se è stato sicuramente un bene assegnare la Spiga d’Oro all’Ospedale Bassini (contraddistinto insieme ai suoi dipendenti per la lotta con il Covid-19), sarebbe ancora meglio accompagnare gesti simbolici con fatti concreti che sostengano reale del personale di questa importante struttura in questo periodo di crisi globale.

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